Apparato iconografico


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Trinitas Agricola

 

Retablo della Cappella del Pontificio Seminario Regionale Sardo del Sacro Cuore di Gesù

 

 

Il titolo dell’opera riportato nel dipinto è “Trinitas Agricola”. Quest’opera pittorica si inserisce nel contesto della formazione al sacerdozio dei futuri presbiteri. Infatti i recenti documenti della formazione sacerdotale ricordano che il primo protagonista della formazione è la Santissima Trinità. È proprio lo Spirito Santo che lavora e plasma nei candidati al Sacerdozio il progetto del Padre: formare Pastori secondo il cuore del Figlio: “Pastores dabo vobis secundum cor meum”. Nel commento al Salmo 66 Sant'Agostino afferma: “Dio Padre è chiamato L’Agricoltore. Afferma l’Apostolo Paolo: Siete l’agricoltura di Dio, siete un edificio di Dio.
La scritta del versetto biblico in latino è riportata su sfondo di oro zecchino: “Io sono la vite voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto perché senza di Me non potete fare nulla”. La frase evangelica fa da cornice all’immagine rappresentata e illumina il significato dell’opera in una prospettiva di alta spiritualità e in riferimento al contesto formativo del discepolato. Essa chiarifica l’identità originaria del vocato e lo indirizza verso il centro della formazione che è Cristo Sacerdote.

Il soggetto rappresentato è l’Arbor Vitae. Al centro domina la Crocifissione con Maria e Giovanni, ai piedi della Croce in posizione di deesis. L’ispirazione della crocifissione ha avuto come riferimento l’Arbor Vitae della Cattedrale del XII sec. Di S. Pantaleo in Dolianova. I discepoli fanno da corona in cerchio attorno alla Crocifissione come primi frutti del ministero del Cristo. La posizione di deesis della Madre di Dio e del discepolo prediletto di Gesù è rivolta verso i fedeli come il Cristo ed è stata ripresa dalla bellissima antica Basilica della SS.ma Trinità di Saccargia. Il manto marrone della Madre di Dio ricorda l’argilla e la terra naturale che esprime la natura umana che la Madre di Dio ha dato al Figlio. Le tre stelle sul manto della Vergine esprimono la realtà verginale di Maria prima, dopo e durante il parto.

L’immagine centrale è sovrastata dall’azione del Padre rappresentata dalla mano di Dio con la corona della Gloria. La corona della Gloria è impreziosita da colori, pietra preziosa, ricami di stelle e fiammelle, splendore e bellezza che manifestano l’azione creatrice del Padre. Il Padre consegna al Figlio la corona della Gloria: ciò esprime la regalità del Cristo e la predilezione del Padre verso il Figlio amato, la conferma della Sua missione e dell’obbedienza piena al progetto dell’Altissimo.

Il modello del Cristo con l’abito sacerdotale è stato ripreso dall’affresco della Chiesa di S. Maria Antiqua in Roma presso il foro romano, uno dei luoghi più antichi dedicati alla Madonna del VI secolo. I racemi con i frutti e le foglie, traducono l’immagine della vite e i tralci, fuoriescono dalla Croce del Salvatore piantata nel Golgota, e sono stati ispirati dal mosaico absidale della Basilica di S. Clemente a Roma.

Il coro degli Apostoli e dei Santi attorno alla Crocifissione rivolge lo sguardo al centro del dipinto per esprimere l’azione osmotica del cammino alla santità del discepolo. Ogni Apostolo e Santo è immagine compiuta del Figlio di Dio impressa nel cuore del discepolo. Alla base del coro degli Apostoli sono raffigurate le colonne della Chiesa S. Pietro e S. Paolo e al posto dell’apostolo Giovanni, già inserito nella mandorla, è stato rappresentato S. Mattia.

Ai lati vengono raffigurati i Santi della nostra terra sarda e i Patroni delle Diocesi della Sardegna. I Santi Patroni delle dieci diocesi della Sardegna sono rappresentati con i loro nomi e le caratteristiche proprie, essi sono i modelli proposti dalla Chiesa e l’espressione del culto locale e della forte tradizione religiosa del nostro territorio.

Dal costato di Cristo fuoriesce sangue e acqua, simbolo della Chiesa e dei Sacramenti.

Cristo con la Sua morte e risurrezione ha redento l’umanità intera. Le gocce di sangue sul teschio sotto la Croce vogliono significare la redenzione dell’umanità intera, la vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato, come viene affermato nel Preconio Pasquale: "Mors et vita duello conflixere mirando: dux vitae mortuus regrat vivus". Con la Sua Croce Egli ha redento il mondo. I quattro fiumi del paradiso terrestre che danno vita a tutta la creazione sgorgano dalla base della croce e dell’Arbor Vitae. Questi fiumi simboleggiano la realtà della Grazia di Cristo che irriga tutto il mondo. Le due cerve che si dissetano alla fonte della Grazia di Cristo sono espressione del Salmo 41 “Come una cerva anela ai corsi d’acqua così l’anima mia ha sete di Te o Dio”. Esse rappresentano la vocazione originaria di ogni uomo, essere rapporto costitutivo con Dio, nel dinamismo della domanda d'Infinito, nella preghiera al Creatore e Redentore. In basso al lato destro e sinistro troviamo l’immagine stilizzata dell’ex seminario regionale di Cuglieri e dell’attuale sede di Cagliari, che simboleggiano il passaggio storico avvenuto nel 1972 con la scelta della nuova sede nella Diocesi di Cagliari.

In basso viene rappresentato il tendaggio che fa da sfondo al presbiterio e introduce nella realtà misterica significata nel dipinto. Il tendaggio ha come obiettivo la valorizzazione della presidenza e mantenere l’unità tra il mistero rappresentato e l’assemblea che celebra l’incarnazione di Dio nella storia mediante l’azione liturgica, e la liturgia Eucaristica.

 

Immagini in formato originale

 

Arbor Vitae nel presbiterio

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