Incontro Rettori e Padri Spirituali dei Pontifici Seminari Regionali Italiani


ROMA, 1° marzo 2019

Il 1° marzo scorso, i Rettori e i Padri Spirituali dei Pontifici Seminari Regionali Italiani si sono incontrati, presso la Congregazione per il Clero, in occasione dell’annuale incontro di riflessione e condivisione sul tema della formazione sacerdotale. Guidati da S.E. Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero e da S.E. Mons. Jorge Carlos Patrón Wong, Segretario per i Seminari, abbiamo potuto riflettere e confrontarci sul tema, “Formatori nella comunità formativa”.

A seconda del ruolo e della missione ricevuta, è evidente che ciascun formatore intrattiene con i seminaristi delle relazioni personali di accompagnamento e discernimento spirituale. Tuttavia, l’azione del formatore non può mai essere isolata e individuale, dal momento che si tratta di un processo comunitario.

La vocazione di speciale consacrazione nel ministero ordinato, infatti, nasce all’interno del Popolo di Dio, si forgia nella Comunità del Seminario ed è destinata a una missione comunitaria, connotata dal servizio verso i fratelli e da quella configurazione a Gesù Buon Pastore, che esige l’offerta della propria vita per il gregge.

Perciò, la Ratio Fundamentalis sottolinea che i formatori devono costituire una vera e propria comunità formativa: “La vocazione al presbiterato, infatti, è un dono che Dio fa alla Chiesa e al mondo, una via per santificarsi e santificare gli altri che non va percorsa in maniera individualistica, ma sempre avendo come riferimento una porzione concreta del Popolo di Dio. Tale vocazione viene scoperta e accolta all’interno di una comunità, si forma in Seminario, nel contesto di una comunità educante che comprende varie componenti del Popolo di Dio, per portare il seminarista, con l’ordinazione, a far parte della “famiglia” del presbiterio, al servizio di una comunità concreta. Anche rispetto ai sacerdoti formatori, la presente Ratio Fundamentalis intende sottolineare che, in vista dell’efficacia del loro operato, essi devono considerarsi e agire come una vera comunità formativa, che condivide un’unica responsabilità, nel rispetto delle competenze e dell’incarico affidato a ciascuno” (RF, n. 3).

Occorre che i seminaristi possano vedere nei loro accompagnatori una piccola comunità presbiterale nella quale, ciascuno a partire dal proprio ruolo e dai propri carismi, si integra con gli altri, vivendo costantemente l’atteggiamento dell’ascolto, la disponibilità al dialogo e la capacità di pensare e progettare insieme, in una relazione reciproca di autentica e leale collaborazione.

Non è da sottovalutare, insomma, che il processo formativo si trasmette anche attraverso la promozione e l’impegno della vita fraterna. Come afferma la Ratio Fundamentalis, “in Seminario i legami che si stabiliscono tra formatori e seminaristi, e tra gli stessi seminaristi, devono essere improntati alla paternità e alla fraternità. Di fatto, la fraternità si costruisce tramite una crescita spirituale, che richiede impegno costante a superare le diverse forme di individualismo. Una relazione fraterna «non può essere solo una cosa lasciata al caso, alle circostanze favorevoli», ma, piuttosto, una scelta consapevole e una sfida permanente” (RF, n. 52).

Occorre perciò accompagnare i formatori dei Seminari perché, accanto alle virtù umane e spirituali necessarie per il compito delicato che portano avanti, essi siano resi particolarmente capaci di intessere relazioni di comunione e attitudini di attiva collaborazione. Dallo spessore relazionale dei formatori e dalla loro capacità di vivere una vera fraternità dipende la promozione di quel clima familiare del Seminario, che diventa “il contesto più adatto per la formazione di una vera fraternità presbiterale” (RF, n. 90), nonché l’ambito in cui le dimensioni formative si integrano vicendevolmente.

Si è trattato di uno scambio prezioso e certamente arricchente per tutti.