La comunità del seminario sempre vive questo tempo nella preghiera verso Maria Santissima, prima missionaria, e nell'incontro di sacerdoti che hanno toccato con mano la missio ad gentes.
Abbiamo da poco vissuto la giornata missionaria mondiale, quest’anno dal tema “Testimoni e Profeti”. Il gruppo di animazione missionaria in seminario ha proposto per il mese di ottobre una serie di attività rivolte alla sensibilizzazione e formazione dell’intera comunità.
In particolare si è ripresa la tradizionale partecipazione alla Veglia Missionaria diocesana di Cagliari. Tutta la comunità ha accolto l’invito da parte del centro missionario dell’Arcidiocesi di Cagliari, di vivere insieme la veglia presieduta dall'Arcivescovo Mons. Giuseppe Baturi, celebrata nella chiesa S. Pietro Pascasio in Quartucciu. Il momento di preghiera è stato sviluppato in quattro momenti centrali.
Nei primi tre intitolati rispettivamente profezia, testimonianza e annuncio, le figure di San Giovanni Battista e del profeta Elia hanno fatto da filo rosso ai passi biblici presi dal primo libro dei Re e dal Vangelo di Matteo. Nella quarta parte si sono sviluppate le testimonianze di Don Gigi Zuncheddu sacerdote dell'Arcidiocesi di Cagliari, al suo secondo mandato fidei donum in Brasile (diocesi di Viana Maranhao), e di Don Carlo Rotondo, per ben 4 anni animatore presso il PSRS e assistente del GAMIS. Essi hanno posto l'accento sull'importanza di fare l'esperienza della Chiesa delle origini, la quale inviava alcuni figli non solo a confermare nella fede i fratelli "lontani" ma ad annunziare con gioia e franchezza apostolica il Vangelo ai popoli che ancora non conoscevano Cristo.
Don Carlo Rotondo, a riguardo, ha sottolineato che: "in Brasile non va Don Gigi, in Tanzania non va Don Carlo ma va tutta la Chiesa" - e ancora sottolineando per certi versi la sinodalità e il camminare assieme delle varie diocesi e dei sacerdoti - "se il mio cuore non avesse incontrato il cuore del mio vescovo e del vescovo di Iringa questo sogno non si sarebbe avverato".
Un sogno che, con il mandato missionario, conclusosi con il bellissimo abbraccio tra Don Carlo e Mons. Baturi, è diventato realtà e che magari un domani potrà riguardare qualcuno di noi che, investito del segno della croce, potrà essere inviato come messaggero di salvezza e di pace.
Lunedì 18 Ottobre, invece, è stato invitato dal Gamis padre Gianfranco Zintu, missionario della Consolata, originario della diocesi di Ozieri che, da poco più di un anno, vive il suo ministero ad Olbia. Nel tardo pomeriggio ha guidato l’incontro formativo focalizzato sulla missione e sulla sua evoluzione nel corso degli anni, specialmente nel pre e post Concilio Vaticano II; successivamente, nel dopo cena, ha incontrato specificatamente il Gamis, per una testimonianza sulla sua vita in missione, tra cui 22 anni in Colombia e 12 in Calabria.
Padre Gianfranco ha condiviso con noi ciò che ha testato nelle terre da lui visitate: la missione come laboratorio! Ha sperimentato che non si può arrivare in un luogo di missione (non per forza luogo geografico nel mondo) avendo già pronta l’organizzazione e le attività per filo e per segno. “Spesso è la terra di missione che evangelizza il missionario” ci ha rivelato padre Gianfranco, insegnamento che lo ha guidato nella sua esperienza missionaria, e che lui ci ha donato negli aneddoti raccontati, tra le esperienze vissute in Colombia e in Calabria.
Inoltre, a seguito dell’annuncio delle destinazioni pastorali, ha invitato tutta la comunità a sperimentare proprio in queste esperienze la nostra missione: “spesso si ha la paura di non sapere cosa dare e cosa fare. La maggior parte delle volte serve invece il semplice ascolto, impegnando sé stessi al massimo nel compito a noi affidato”.
Il Gamis si prepara a vivere la conclusione del Mese Missionario, portando nel cuore l’invito rivolto dal Santo Padre: “noi oggi possiamo toccare la carne sofferente e gloriosa di Cristo nella storia di ogni giorno e trovare il coraggio di condividere con tutti un destino di speranza, quella nota indubitabile che nasce dal saperci accompagnati dal Signore. Come cristiani non possiamo tenere il Signore per noi stessi.”
Le attività dell’Ottobre Missionario si concluderanno venerdì 29 con la celebrazione Eucaristica di ringraziamento alla comunità.
Alessandro Suelzu e Giuseppe Andrea Pelgreffi, semm.