Suona la campana; sono le ore 12,00. Dalla sacrestia, attraversando il chiostro, la processione di ingresso si inoltra nella cappella del Seminario. Scena già vista, certo in tante occasioni solenni. Oggi è una di queste occasioni. Il 24 giugno, solennità della Natività di San Giovanni Battista è l’occasione per vivere la conclusione ufficiale dell’Anno Seminaristico. La concelebrazione della S.Messa è presieduta da S.E.Mons. Roberto Carboni, Vescovo di Ales-Terralba. Oltre alla comunità dei seminaristi, all’equipe educativa, ai collaboratori e al personale del Pontificio Seminario Regionale Sardo, sono presenti le famiglie dei seminaristi e vari sacerdoti, sia parroci delle parrocchie di origine, sia sacerdoti che hanno accolto i seminaristi per le esperienze di iniziazione pastorale. Direi che celebriamo per dire a grazie al Signore per quanto abbiamo ricevuto durante questi mesi. Non amo parlare di conclusione ma di un momento nel quale si modificano tempi e attività di ciascuno perché, come ha ricordato padre Roberto “la vocazione è un qualcosa che non va in vacanza”. I seminaristi, giovani e adulti, faranno ritorno nelle loro diocesi e nelle loro parrocchie, da dove sono venuti. Il percorso formativo dei seminaristi non si conclude, ma assume connotazioni diverse.
Il Vescovo ci ha ricordato che Dio si serve degli uomini; con noi e per noi realizza i suoi piani di salvezza. Sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. La missione che Dio ci affida va sempre vista e valutata nel contesto di un ben più ampio progetto di salvezza e solo in quella luce assume la sua vera dimensione il suo pieno valore. Egli, infatti, precede e annuncia il Messia, l’Agnello di Dio, ma poi sa che deve farsi da parte e lasciare spazio a Colui dinanzi al quale egli si prostra e non si sente degno neanche di sciogliergli i legacci dei sandali. Questo è il senso e lo stile di ogni vocazione. Questa è la prospettiva del nostro progetto formativo: essere pronti a presentare Cristo nello stile del Battista.
Così il Battista concluderà la sua missione, alla stessa maniera di Cristo; così lo vediamo brillare nella chiesa come ultimo dei profeti dell’Antico Testamento e il primo dei tempi messianici.
Il seminario è una comunità in cammino verso il servizio sacerdotale. Con ciò, ho già detto qualcosa di molto importante: sacerdoti non si diventa da soli. Occorre la “comunità dei discepoli”, l’insieme di coloro che vogliono servire la comune Chiesa. Chi vuole diventare sacerdote, dev’essere soprattutto un “uomo di Dio”, come lo descrive san Paolo (1 Tm 6,11). Per noi Dio non è un’ipotesi distante, non è uno sconosciuto che si è ritirato dopo la creazione. Dio si è mostrato in Gesù Cristo. Nel volto di Gesù Cristo vediamo il volto di Dio.
Il sacerdote non è l’amministratore di una qualsiasi associazione, di cui cerca di mantenere e aumentare il numero dei membri. È il messaggero di Dio tra gli uomini. Vuole condurre a Dio e così far crescere anche la vera comunione degli uomini tra di loro.
Queste prospettive esigono continuità formativa; mai conclusioni; mai feste finali; ma passaggi a dimensioni sempre nuove dalle quali attingere per formarsi.
In questa giornata di festa la nostra Comunità seminaristica sente il desiderio di esprimere gratitudine verso tutti coloro che in quest’anno si sono impegnati a vario titolo perché fosse favorevole il cammino di formazione dei seminaristi. In particolare le religiose, “Figlie di San Giuseppe”, le collaboratrici e collaboratori laici, la Pontificia Facoltà Teologica e i tanti sacerdoti e laici che in tanti modi ci sono stati vicini e hanno sostenuto il nostro percorso di maturazione ecclesiale.
Ma un ringraziamento particolare desideriamo rivolgerlo ai Vescovi delle nostre Chiese lovali che sono in Sardegna, tutti, in questa giornata rappresentati dal Vescovo Mons. Roberto Carboni. Al Vescovo Roberto la nostra gratitudine per aver presieduto la Santa Eucaristia e per le sue parole che ci hanno permesso di dare prospettiva al cammino di ogni seminarista nei propri mesi estivi. Grazie alla Conferenza Episcopale Sarda per le Nuove nomine per il nostro Seminario:
don Francesco Mameli, della Diocesi di Ozieri, è stato nominato per 5 anni Direttore Spirituale del Pontificio Seminario Regionale Sardo
don Carlo Rotondo e don Carlo Devoto, della Diocesi di Cagliari, sono stati nominati per 5 anni Animatori del Pontificio Seminario Regionale Sardo
Tutta la comunità del Pontificio Seminario Regionale Sardo, con profonda gratitudine verso tutti i Vescovi delle Chiese Locali che sono in Sardegna, accoglie questa importante notizia. I Vescovi, nella loro sollecitudine pastorale, hanno voluto ancora una volta impegnare le proprie Diocesi, i propri Presbiteri, per garantire una continuità educativa per i giovani e adulti che fanno parte della Comunità del Seminario, perché sempre sia favorita una continua e adeguata formazione per i futuri Presbiteri della Sardegna.
A don Francesco Mameli, don Carlo Rotondo, don Carlo Devoto, la gratitudine di tutta la Comunità per la loro generosa e pronta disponibilità.
Vogliamo ringraziare con tanta amicizia e affetto, don Riccardo Pinna e Mons. Gianni Sanna che terminano il loro servizio rispettivamente di animatore e di direttore spirituale del Seminario. La nostra gratitudine verso di loro è carica di memoria di ogni gesto di accoglienza e di servizio educativo da loro profuso in questi anni trascorsi a favore della Comunità.
Don Antonio Mura (RETTORE PSRS)
Riportiamo di seguito due articoli relativi al nostro seminario pubblicati sul settimanale della Arcidiocesi di Cagliari “Il Portico“:
Seminario regionale, una realtà cosa che vive in spirito di condivisione.
Comunità propedeutica: l’impegno per scoprire la propria vocazione.