FEDELTÀ …Una testimonianza per riflettere

Con il gruppo dei seminaristi del 5° anno, in queste settimane ci stiamo soffermando a riflettere sul tema della FEDELTÀ. Quando la Bibbia racconta dell’amore di Dio per il suo popolo ricorre spesso alle immagini forti di un amore tradito: Dio ha amato il suo popolo come uno sposo, ma esso continuamente lo ha tradito… nonostante questo Dio non ha mai smesso di amare il suo popolo. Così lo riconosciamo nella liturgia: “Molte volte gli uomini hanno infranto la tua alleanza, e tu invece di abbandonarli hai stretto con loro un vincolo nuovo per mezzo di Gesù, tuo Figlio e nostro Redentore: un vincolo così saldo che nulla potrà mai spezzare” (Messale Romano, Preghiera eucaristica della riconciliazione I). Imitare l’amore di Dio significa amare anche quando non ci conviene più amare “per sempre”. Rivivere l’amore di Dio significa spesso perdonare. Senza capacità di perdonare e di rigenerare continuamente dentro di noi quel “per sempre”, l’amore non dura. Con la sua Ascensione al cielo, Gesù non ci abbandona, ma si fa nostro fedele compagno di viaggio nel tempo: “Ed ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo … andate in tutto il mondo … insegnando ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”, è la sua parola di fedeltà, connessa con il suo mandato missionario. Gesù trasmette alla sua Chiesa il compito di continuare nel tempo la sua missione di salvezza, in assoluta fedeltà alla fedeltà di Dio, nonostante le infedeltà dell’uomo, di fronte alle quali mai la Chiesa si deve sentire autorizzata ad essere rinunciataria.

Nell’Eucaristia ci è documentato il sigillo della fedeltà di Dio all’umanità sua creatura peccatrice, assolutamente bisognosa di salvezza. La stessa Ordinazione Presbiterale è il frutto della fedeltà di Dio. Assicura tutte le grazie necessarie per un adempimento fedele del ministero e del compimento della identità umana e presbiterale. Come annuncia Paolo: “Fedele è Dio dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro” (1 Cor 1, 9). Chiamati non solo alla comunione con il suo Figlio, ma anche ad essere suoi ministri di comunione con Lui, in qualità di pastori in Lui Pastore. Effettivamente, in forza della imposizione delle mani e della preghiera di ordinazione si è costituiti amministratori dei beni di Dio perché siano accolti dagli uomini che ne sono i destinatari titolati; proprio sull’esempio di Paolo, il quale non esitava a chiedere ai cristiani di Corinto di considerarlo in termini di amministratore: “Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1 Cor 4, 1-2). E la fedeltà esige di fare ciò che Lui chiede di fare e di farlo bene, con amore, con senso di immedesimazione proprio perché amico e Signore; di farlo con maggior interesse che se si trattasse di un affare personale, mai con stile da meri burocrati, come ammonisce frequentemente Papa Francesco.

Dentro questa prospettiva formativa, LUNEDÌ 11 NOVEMBRE 2019 il gruppo dei seminaristi del 5° anno, guidati da don Antonio Mura, si è ritrovato a vivere una serata di testimonianza e riflessione sul tema della FEDELTÀ. L’incontro si è tenuto nei locali dei Padri della Missione. Siamo stati accolti, come sempre, in modo familiare da P. Giuseppe Crobu, Padre Spirituale per la Comunità del Pontificio Seminario Regionale Sardo e dai suoi Confratelli. La calorosa accoglienza ci ha poi permesso di vivere un significativo momento di riflessione e confronto a partire dalla condivisione del percorso vocazionale e sacerdotale dello stesso Padre Giuseppe che narrando la sua storia l’ha intrecciata col senso della FEDELTÀ, tematica che accompagna il nostro cammino di formazione in questo tempo che precede la conclusione dell’Anno Liturgico. Abbiamo concluso la serata di riunione con la preghiera dei Vespri presso la cappella comunitaria dei Padri della Missione. A conclusione della serata non poteva mancare un momento di convivialità. Grazie a Padre Giuseppe Crobu e alla sua comunità di appartenenza per questa significativa serata.