“LA MESSE È MOLTA”
Mt 9,37
GAMIS PSRS
INAUGURAZIONE OTTOBRE MISSIONARIO 2017
Strettamente legata a questo versetto è la simbologia della spiga che quest’anno, come gruppo di animazione missionaria, abbiamo deciso di valorizzare per aiutarci a comprendere che la Parola e il Regno di Dio sono da accogliere, meditare e coltivare perché possano essere a loro volta seminati e fruttificare nel cuore di ogni uomo. Questa pericope evangelica indica l’impegno primario di ogni discepolo che, con la propria vita e con la parola deve annunziare il regno di Dio. È il compito che Gesù ora affida. Dopo questi fatti, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé, in ogni città e luogo ove egli stava per arrivare.
Disse loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe». Il compito missionario non è affidato a una «élite», come poteva sembrare quando inviò i Dodici. Qui Gesù ne invia molti altri e si tratta di semplici discepoli. Ad essi affida un compito ben preciso: recarsi in ogni città o luogo dove egli stava per arrivare. L’indicazione dice che il discepolo deve preparare ovunque l’incontro della gente con Gesù. Il discepolo è quindi un precursore di Gesù, uno che sullo stile del Battista «prepara la strada al Signore che viene», pronto a farsi da parte appena i destinatari della sua missione si sono incontrati con Gesù. È lui che deve crescere, il discepolo deve diminuire. Ci si può meravigliare che Gesù mandi tanti discepoli davanti a sé, e la meraviglia aumenta quando ci accorgiamo che, secondo lui, sono pochi gli operai. Dice infatti che la messe è molta ma gli operai sono pochi. Di fronte al numero degli inviati e a questa osservazione di Gesù, ci sembra chiaro che qui si sovrapponga alla sua parola l’esperienza della prima comunità cristiana che annuncia ovunque nel mondo il messaggio di Gesù. Lo stesso numero degli inviati suggerisce questo senso di universalità. Se il numero Dodici degli apostoli richiama quello delle dodici tribù di Israele, il numero 72 secondo la Bibbia richiama le nazioni che ricoprono la terra. Qui si parla del messaggio che deve giungere a tutte le genti, di Gesù che deve giungere ovunque mediante l’annunzio dei suoi discepoli. I settantadue sono davvero pochi. Di qui la necessità di accogliere l’invito di Gesù a pregare il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe. Queste parole dicono, innanzitutto, che Gesù si sente anche lui un mandato e che è il Padre che fa crescere la messe, cioè quel seme, la Parola di Dio, che egli, e ora i suoi discepoli, debbono seminare nel mondo. Il lavoro è molto, e Gesù non li manda senza indicare loro gli impegni del discepolo. È evidente anche da questo versetto che Gesù parla per immagini, ma il senso del suo insegnamento è chiaro: l’inviato dev’essere povero; non ha beni di questo mondo da distribuire, ha un messaggio di salvezza da portare: l’annunzio del Vangelo urge, non le preoccupazioni materiali.
Pensare alla missione e ai nostri missionari che tanto lavorano per la diffusione del vangelo può insinuare nel nostro cuore e nella nostra mente la preoccupazione materiale. Per aiutarci a comprendere che aiuto alla missione non può e non deve essere mero aiuto economico o materiale, grazie al suggerimento di don Carlo Rotondo, abbiamo predisposto in cappella un quaderno nel quale, chiunque vorrà, in forma del tutto anonima, potrà scrivere quanto offre non materialmente, ma spiritualmente per la missione attraverso forme di rinuncia al superfluo.
Invece, come forma concreta e visibile di offerta per le missioni il giorno 14 Ottobre, in occasione della celebrazione eucaristica di inizio anno seminaristico, raccoglieremo le offerte in denaro che devolveremo al completamento di un’ ospizio per anziani che don Franco Crabu, sacerdote fidei donum della diocesi di Cagliari, sta portando avanti in Kenia.