A conclusione di un percorso sinodale che ha caratterizzato la quaresima, lo scorso 16 aprile il vescovo Antonello Mura ha incontrato la comunità del seminario per manifestare il coinvolgimento di tutta la Chiesa in questo cammino. La sua presenza è stata significativa soprattutto a motivo della sua partecipazione, quale membro di nomina pontificia, ai lavori del sinodo dei vescovi.
Dopo un lungo lavoro personale su schemi settimanalmente proposti, circa la “nuova evangelizzazione in Sardegna”, ci si è riuniti per piccoli gruppi per produrre sintesi di condivisione sui macro-argomenti presi in esame.
Alla luce di queste sintesi si è mosso l’incontro con mons. Mura, che ha proposto alla nostra attenzione i punti salienti della relazione finale del sinodo dei vescovi, ci ha messi in guardia dal rischio di parlare prescindendo dalle fonti, evidenziando come il sinodo sia stato troppo spesso vittima di questo modus operandi.
A parte i punti specificamente trattati, è stato interessante notare l’impostazione tripartita che i tavoli sinodali hanno dato alla discussione: si parte dai punti di convergenza, ciò che è comune a tutti a prescindere dalle origini geografiche e culturali (tranne che per la lingua, che deve esser comune fra i partecipanti), ci si lascia interrogare dalle domande che rimangono aperte e si arriva a formulare delle proposte.
Tra tutti i temi emersi con particolare forza, molti hanno in comune la domanda di come rendere attuali schemi e sistemi del passato che ancora persistono, ad esempio dalla comunità si sono sollevate domande sul futuro della parrocchia, sul ruolo degli anziani e sulla pietà popolare; ancora aperte rimangono le questioni sulla formazione dei presbiteri, circa la piaga del clericalismo e la fiducia nella Chiesa e nei suoi pastori.
Matteo Lutzu, sem.