VISITA DELL’EMM.mo CARD. BENIAMINO STELLA AL P.S.R.S.
Tra Sabato 14 e lunedì 16 gennaio 2017, il Pontificio Seminario Regionale Sardo ha avuto la bella occasione e la possibilità di ospitare Sua Eminenza il Cardinale Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, la quale con il Motu proprio “Ministrorum instituitio” di Papa Benedetto XVI del 25 gennaio 2013 è competente anche sui seminari per la formazione dei futuri presbiteri.
Alle sue giornate di permanenza in Seminario sono stati presenti anche alcuni vescovi della Chiesa Sarda.
Venuto in Sardegna per partecipare alle celebrazioni giubilari nella Basilica di Bonaria, il Cardinale ha potuto visitare il Seminario anche e soprattutto per illustrare i contenuti della nuova Ratio Fundamentalis Formationis Sacerdotalis promulgata l’8 dicembre 2016 dalla Congregazione per il Clero. Nei due incontri da lui tenuti, uno esclusivamente per i seminaristi domenica sera, e l’altro che ha visto la partecipazione di un gruppo di sacerdoti delle diocesi della Sardegna nella mattinata di lunedì, Sua Eminenza, dopo aver raccontato alcune sue esperienze di vita nella Chiesa nonché qualche aneddoto sulla sua ovvia vicinanza al Santo Padre, ha cercato di illustrare il testo della Ratio, tenendo conto di tutto il lavoro preparatorio e della necessità della sua nuova edizione a seguito del ricco magistero pontificio di questi anni, che ha dato nuove linee per la formazione presbiterale. Per questo nei suoi interventi e nell’Omelia della Santa Messa che ha presieduto lunedì mattina, il Card. Stella ha largamente citato il magistero di Papa Francesco, così come espresso nelle esortazioni, nelle encicliche e nelle omelie.
«Una nota caratterizzante il testo della Ratio – ha detto il Cardinale – riguarda la formazione dei Sacerdoti intesa come un unico e ininterrotto cammino discepolare e missionario (Cfr. RF, n. 54) che inizia con il Battesimo e nel quale vi sono tappe e fasi diverse, che si integrano vicendevolmente, tendendo a una sempre maggiore configurazione della vita a Cristo Buon Pastore».
Grande attenzione quindi è stata rivolta alla parte in cui il testo tratta della «formazione iniziale e permanente» (Titolo IV) che divide l’iter formativo del seminario in: tappa degli studi filosofici (o discepolare), che comprende sia il tempo del propedeutico che deve avere un carattere «previo e di introduzione», sia il tempo che coincide con i primi due anni in cui il candidato è inserito nella comunità del Seminario Regionale, e nel quale secondo il Cardinale «l’obiettivo è sintetizzato dallo “stare con il Signore” (Mc 3,14), seguirlo e diventare missionario del Vangelo» (cfr. RF, 61); e tappa degli studi teologici (o configuratrice) «che mira all’intima unione con il Cristo Pastore e Servo, per poter fare della propria vita un dono speso al servizio del Vangelo e dei fratelli», e infine una tappa pastorale (o di sintesi vocazionale), che consiste nel periodo che intercorre tra la fine del soggiorno presso il Seminario e la data dell’Ordinazione Presbiterale, con la duplice finalità di essere “da una parte inseriti nella vita pastorale, con una graduale assunzione di responsabilità, in spirito di servizio; dall’altra, di adoperarsi per una adeguata preparazione, ricevendo uno specifico accompagnamento in vista del presbiterato” (RF, n. 74).
Nella mattinata di lunedì, al termine del suo intervento, Sua Eminenza ha risposto con molto interesse e in modo chiaro e puntuale alle numerose domande che i seminaristi e i sacerdoti presenti gli hanno rivolto, segno dell’importanza e dell’interesse che i temi toccati hanno suscitato nella mente e nel cuore dei presenti.
Al termine del pranzo al quale hanno partecipato i vescovi, la comunità del Seminario e diversi presbiteri, il Cardinale Prefetto ha salutato cordialmente i presenti e ha lasciato il Seminario per fare ritorno in Vaticano, da dove continua a servire la Chiesa nell’alto quanto importante compito di pensare alle esigenze del clero.
DOCUMENTO FORMAZIONE CLERO:
AL CENTRO MATURAZIONE UMANA E SPIRITUALE
La formazione dei sacerdoti deve essere “rilanciata, rinnovata e rimessa al centro”. Questo, sottolinea il cardinale Beniamino Stella all’Osservatore Romano, è uno dei motivi che hanno ispirato la stesura della nuova Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, promulgata nella Solennità dell’Immacolata Concezione. Il prefetto della Congregazione per il Clero sottolinea che il documento, pubblicato a 46 anni dall’ultima Ratio fundamentalis, vuole essere uno strumento efficace e aggiornato per la “formazione integrale” del sacerdote.
Documento illuminato dalla parola di Papa Francesco sul sacerdozio
Una formazione, dunque, capace di “unire in modo equilibrato la dimensione umana, quella spirituale, quella intellettuale e quella pastorale, attraverso un cammino pedagogico graduale e personalizzato”. Il cardinale Stella afferma che, nella redazione del documento, ci si è sentiti “incoraggiati e illuminati dal magistero di Papa Francesco, con la spiritualità e la profezia che contraddistinguono la sua parola”. La cura dei sacerdoti e della loro formazione, ribadisce, è “un aspetto fondamentale dell’azione ecclesiale di questo Pontificato”.
Non basta superare tutti gli esami, serve formazione integrale
Il cardinale Stella evidenzia dunque che nella vita della Chiesa “le novità non sono mai separate dalla tradizione”, al contrario “la integrano e la approfondiscono”. Nel documento, quindi, rientrano le indicazioni offerte dalla Pastores dabo vobis, del 1992, circa la formazione integrale. La nuova Ratio, prosegue, cerca di “superare alcuni automatismi che sono venuti a crearsi in passato; la sfida è proporre un cammino di formazione integrale che aiuti la persona a maturare in ogni aspetto e favorisca una valutazione finale fatta in base alla globalità del percorso”. In breve, riprende il porporato, “per essere un buon prete, oltre ad aver superato tutti gli esami, occorre una comprovata maturazione umana, spirituale e pastorale”.
Per la formazione sacerdotale servono: umanità, spiritualità, discernimento
Il prefetto della Congregazione per il Clero indica dunque tre “parole chiave” per cogliere la visione di fondo del documento. Innanzitutto “umanità”: abbiamo bisogno di sacerdoti “dal tratto amabile, autentici, leali, interiormente liberi, affettivamente stabili, capaci di intessere relazioni interpersonali pacificate e di vivere i consigli evangelici senza rigidità, né ipocrisie o scappatoie”. La seconda parola è “spiritualità”: il prete, ammonisce il cardinale Stella, non è un “organizzatore religioso o un funzionario del sacro, ma è un discepolo innamorato del Signore, la cui vita e il cui ministero sono fondati nell’intima relazione con Dio”. Infine, la terza parola: “discernimento”. Il porporato ricorda che, parlando all’ultima assemblea della Compagnia di Gesù, il Papa aveva manifestato la preoccupazione che nei seminari “è tornata a instaurarsi una rigidità che non è vicina a un discernimento delle situazioni”. La “sfida principale”, ribadisce dunque il cardinale Stella, che la Ratio intende raccogliere “ci viene ancora da Papa Francesco: formare preti lungimiranti nel discernimento”. (A.G.)
BREVE BIOGRAFIA DEL CARD. BENIAMINO STELLA
Il Cardinale Beniamino Stella è nato a Pieve di Soligo, provincia di Treviso, Italia, il 18 agosto 1941. La sua famiglia conta tuttora, con lui, 12 membri, tra fratelli e sorelle.
Fu ordinato presbitero il 19 marzo 1966, dopo gli studi classici nel Seminario di Vittorio Veneto e poi al Pontificio Seminario Romano, per la Filosofia e la Teologia. È incardinato nella Diocesi di Vittorio Veneto.
Conseguì la laurea in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense, come alunno della Pontificia Accademia Ecclesiastica, alla quale fu inviato dal suo Vescovo Monsignor Albino Luciani.
Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1970, prestò la propria collaborazione presso le Rappresentanze pontificie nelle Repubblica Dominicana e in Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo); quindi, dopo un periodo di due anni presso il Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa della Segreteria di Stato, nella Nunziatura apostolica di Malta per 5 anni, come Incaricato d’Affari a.i.; infine nuovamente presso il Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, dal 1983 al 1987.
Nominato Rappresentante Pontificio nella Repubblica Centroafricana, nel Congo Brazzaville e in Tchad il 21 agosto 1987, nel contempo fu eletto alla sede titolare di Midila con dignità di arcivescovo. Ricevette l’ordinazione episcopale il successivo 5 settembre da Giovanni Paolo II.
Il 15 dicembre 1992 fu poi nominato nunzio apostolico a Cuba, e l’11 febbraio 1999 passò alla Rappresentanza pontificia in Colombia.
Il 13 ottobre 2007 fu chiamato a Roma come Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, in Piazza della Minerva, 74, per la formazione dei sacerdoti mandati dai Vescovi per la preparazione al servizio diplomatico nelle Rappresentanze Pontificie e nella Segreteria di Stato.
Il 21 settembre 2013 è stato nominato prefetto della Congregazione per il Clero.
Il 22 febbraio 2014 papa Francesco lo annovera tra i Cardinali di Santa Romana Chiesa.