“Disse loro Gesù: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio” (Gv 1,39).
È tempo! È ora di ripartire con entusiasmo e gioia!
Nella soleggiata mattinata di martedì 25 settembre, il Pontificio Seminario Regionale Sardo si rianima dopo la chiusura estiva; con il pranzo comunitario ha ufficialmente inizio il nuovo anno formativo, la famiglia del seminario si riunisce e si scopre notevolmente allargata, composta da 57 seminaristi.
Quest’anno iniziano il cammino di formazione 11 giovani seminaristi, provenienti da svariati territori della Sardegna: tre da Cagliari, uno da Oristano, due da Ales-Terralba e cinque da Ozieri. Per i ragazzi del primo anno, l’ingresso in Seminario è stato anticipato di qualche giorno, infatti dal 18 al 25 settembre, presso la casa “Pozzo di Sichar”, hanno vissuto un’intensa settimana di esercizi spirituali, guidati dal gesuita Padre Piergiacomo Zanetti, sul tema della preghiera.
Sin da subito prende avvio la vita seminaristica, con i suoi ritmi comunitari, di cui massima espressione sono i momenti di preghiera liturgica, specialmente la celebrazione dell’Eucaristia e della Liturgia delle Ore. È nella liturgia celebrata che la comunità si riconosce nella sua identità e unità, quale cioè popolo di Dio e Chiesa radunata nel nome della Trinità, come ricorda anche l’Istruzione sulla formazione liturgica nei seminari: “La celebrazione liturgica, che consolida ogni comunità cristiana in modo che i singoli membri abbiano un cuore solo e un’anima sola (At 4, 32), deve fondere nell’unità molto di più la comunità del seminario e formare negli alunni uno spirito comune; la celebrazione liturgica diventa così realmente fonte e vincolo della vita comunitaria, tale da preparare gli animi degli alunni all’unità del presbiterio”.
I primi importanti appuntamenti si sono svolti nel pomeriggio del 26 e del 28 settembre: due incontri assembleari, nella quale l’equipe educativa, guidata dal rettore Don Antonio Mura, ha presentato il percorso formativo pensato per l’anno 2018/19, gli obiettivi comunitari e personali da raggiungere e le novità organizzative/orarie rispetto all’anno precedente. Don Antonio, nel tracciare l’ideale cammino di vita seminaristica, ha sottolineato l’importanza della comunità come scuola e casa di comunione, cioè come tempo privilegiato, donato dalla Chiesa ai seminaristi, per poter crescere nella preghiera, nella cultura teologica e nella fraternità: i tre grandi pilastri della formazione. Questi momenti di incontro e di condivisione comunitaria tra superiori e seminaristi, che possiamo simpaticamente paragonare ad un piccolo “Sinodo dei Vescovi”, risultano essere sempre molto fecondi perché, tramite il dialogo e il confronto, permettono una sempre maggiore maturazione dell’identità della comunità, sensibilizzando al reciproco rispetto e richiamando tutti al dovere di impegnarsi per edificare sempre meglio la famiglia del Seminario.
La comunità del Seminario ha vissuto anche un importante momento di riflessione missionaria, partecipando attivamente al convegno regionale missionario che si è svolto domenica 30 settembre a Tramatza. Particolarmente significativo è stato l’intervento di Don Michele Autuoro, direttore di Fondazione Missio, che ha ricordato con grande efficacia come la missione sia elemento costituivo dell’essere cristiani; in forza del battesimo ricevuto, tutti diventiamo missionari perché annunciare il Vangelo è vivere la missione: è questa evangelizzazione che può rinnovare la Chiesa.
Il 1 ottobre 2018 si è celebrato un altro tradizionale appuntamento d’inizio anno: l’inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019 della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. La solenne proclamazione di apertura è stata preceduta, come ogni anno, dalla Santa Messa nella Chiesa di Cristo Re, presieduta dall’Arcivescovo di Cagliari e concelebrata dagli altri Vescovi della Sardegna e da diversi presbiteri docenti, impegnati quotidianamente nella formazione dei futuri sacerdoti. Nella sua omelia, Mons. Arrigo Miglio ha sottolineato come sia importante e significativo che la Facoltà sia aperta ai laici, chiamati ad essere per primi nel mondo testimoni della fede ed evangelizzatori nella quotidianità; ha anche ribadito che la presenza dello Spirito Santo sempre accompagna la Chiesa, anche nelle varie attività formative e culturali, perché ciascuno possa portare il suo contributo, nel rispetto reciproco per la ricerca e la crescita del bene comune, abbandonando sterili individualismi e modelli spiritualistici. A seguire, nell’aula magna della Facoltà, si è tenuta la cerimonia inaugurale, con la prolusione del preside, padre Francesco Maceri e la proclamazione ufficiale dell’apertura dell’anno accademico.
Domenica 7 ottobre, la comunità del Seminario ha vissuto un altro momento significativo: la visita nella diocesi di Ozieri per partecipare all’accoglienza e alla S. Messa solenne del nuovo cardinale sardo, Angelo Becciu; è stata una celebrazione molto partecipata e sentita, dove si è potuta sperimentare la concretezza e la vivacità della Chiesa che è in Sardegna. Il Card. Becciu, nella sua omelia, ha spiegato l’importante compito che assume chi riceve il titolo di cardinale, sottolineando lo stretto legame che intercorre tra i cardinali e il Papa. In questo senso ha richiamato tutta la Chiesa della Sardegna ad essere sempre fedele a Papa Francesco,soprattutto accompagnando la sua missione con l’affetto e la preghiera costante. In mattinata si è visita l’antica basilica di Ardara (FOTO), dedicata a Nostra Signora del Regno; grazie all’attenta spiegazione del parroco, Don Paolo Apeddu, si è ripercorsa la storia architettonica della bella e maestosa chiesa romanica, ricca di grande opere d’arte quali il maestoso retablo maggiore del 1500 dove viene mirabilmente raffigurata la vita della B.V. Maria.
Antonello Angioni