Padre Ilario visita la comunità del nostro Seminario


In questi tempi «da remoto» ogni incontro reale diventa un dono da accogliere a braccia aperte. In un momento in cui è vietato “andare in missione”, la missione arriva a casa e si racconta.
Con questo animo è stata accolta, dalla comunità del Seminario Regionale Sardo, la visita di padre Ilario Bianchi, padre missionario del PIME (presbitero dal ’77), nei giorni dal 22 al 26 febbraio. Missionario in Camerun dal ’78 e in Brasile dal ’91, padre Ilario ha regalato, durante la sua visita, alcuni momenti di incontro e dialogo con la comunità del Seminario condividendo giornalmente gli orari della comunità.
Parlare oggi di missione è una bella sfida. Durante i sei giorni trascorsi insieme, p. Ilario diventa un libro che si racconta e si fa leggere, suscitando la curiosità di chi, fin dai primi capitoli, vuole scoprire come è andata a finire la vita del protagonista. Già dal primo incontro con la comunità la trama di questo racconto è stata la vita del padre turritano, una vita-missione passata a scoprire e far scoprire una bellezza che lui per primo ha incontrato «per colpa di un sacerdote» che invitò il giovane Ilario in missione all’età di 17 anni. Un sogno
che si avvera proprio un anno dopo la sua ordinazione presbiterale. Destinazione: Camerun. Lì il giovane missionario sposa la bellezza della terra camerunese condividendo il suo ministero con i bambini, i ragazzi e ogni persona che gli viene affidata.
Sono tante le storie e gli aneddoti che il missionario ripesca dalla sua memoria ma uno in particolare lo ricorda con grande commozione. È la storia di Bernadette, il nome di battesimo di una ragazza che ha sfidato la febbre alta per poter essere battezzata il giorno di Pasqua. «Mi hai fatto conoscere Gesù e ora lo voglio far conoscere agli altri», inizia con queste parole il servizio di Bernardette come catechista per poi partire in missione nel 1985. «Il partire, l’andare oltre del missionario, diventa segno profetico, perché rimanda all’ Altro». Dono, partenza, cammino, incontro: queste quindi le caratteristiche, secondo p. Ilario, di ogni missione.
«Son pronto a quello che tu vuoi, far della vita un dono. Tu chiamami a servir». Sulle note di “Anima missionaria” vogliamo ripartire per riscoprire la bellezza di una vita-missione che nasce dalla risposta d’amore dell’uomo per Dio e per l’umanità per poter diventare veramente «seminatori di speranza».

Francesco Cara, Sem.

 

Il 1 marzo, la CES ha nominato padre Ilario come responsabile regionale delle Missioni: a lui i nostri migliori auguri per un proficuo lavoro.  [Qui il comunicato CES]