Dal 29 aprile al 3 maggio il VI anno del Seminario ha vissuto l’esperienza del viaggio in Polonia, insieme al Rettore don Riccardo Pinna, don Mario Cuscusa e don Robert Ciekanowski (presbitero della Chiesa di Ozieri e originario della terra polacca), alla scoperta di un popolo profondamente ricco di santità e di fede. “Totus tuus”, questo il motto dell’allora vescovo ausiliare – poi arcivescovo – Karol Wojtyla, eminente e illustre pastore della Chiesa polacca del secondo dopoguerra: egli sintetizza molto bene la storia recente di questa Nazione, tanto travagliata e sofferente quanto ricca di speranza e di coraggio.
Come ben sappiamo, la Polonia ha sofferto particolarmente durante la II Guerra Mondiale (1939- 1945): i primi campi di concentramento, l’umiliazione da parte del Nazismo, persecuzione della fede e cancellazione della cultura polacca. Proprio per questo una delle prime tappe del viaggio è stata Oswiecim dove sorge il campo di concentramento di Aushwitz-Birkenau: probabilmente non ci sono parole per dire ciò che è stato visitare questo luogo di morte e d’inferno. Nonostante l’enorme e continuo flusso di visitatori e pellegrini in questi due grandi luoghi di memoria, si poteva percepire la palpabile gravità di quelle strade e di quei caseggiati che hanno visto la morte di milioni di innocenti. Lo sguardo si poteva facilmente posare sulle chilometriche mura di filo spinato, ancora oggi conservate a monito della grave crudeltà dell’uomo: ognuno di noi porterà nel proprio cuore e nella memoria lo strazio e il dolore per ciò che lì è accaduto. Dopo il Nazismo la Polonia ha subito per 45 anni il regime comunista: queste prove, tra la guerra e l’oppressione, ha portato il popolo polacco a un irrobustimento della fede, attaccamento ai valori profondamente umani ed evangelici, trasformandolo in ciò che abbiamo visto durante il nostro viaggio.
Infatti, in questi giorni in Polonia abbiamo notato la fede dei polacchi: in tantissime chiese di Cracovia – città dove abbiamo soggiornato – si poteva adorare il Santissimo Sacramento esposto, ci si poteva confessare grazie alla presenza di tanti sacerdoti, pregare in silenzio, meditare grazie alla bellezza delle architetture e ascoltare piacevolmente tanta bella musica. L’abbondanza di vocazioni, di santi e di giovani famiglie cristiane ci ha lasciato senza parole, meravigliati per tanta grazia e per tanta fede da parte della gente.
San Giovanni Paolo II è stato il nostro compagno di viaggio: ovunque andassimo, potevamo sempre scorgere una sua immagine o il suo nome: abbiamo avuto modo di venerare delle sue reliquie, ammirare la sua fede e devozione per la Vergine Maria al santuario di Czestochowa, celebrare nella cappella del palazzo arcivescovile di Cracovia (dove è stato ordinato sacerdote e dove celebrava quotidianamente da arcivescovo) e contemplare la sua grande fede nel Signore risorto al santuario della Divina Misericordia.
Non possiamo non ricordare l’ospitalità e l’accoglienza che ci è stata riservata: alla basilica di Santa Maria Assunta a Cracovia, prima luogo di culto cristiano di questa città; alla parrocchia di Wieliczka dove abbiamo celebrato l’Eucaristia – dopo aver visitato le famose miniere di sale – e condiviso un momento di fraternità insieme al parroco, ai viceparroci e a un gruppo della comunità; al santuario di Czestochowa, dove siamo stati accolti dai monaci paolini (che si prendono cura del santuario) e dall’arcivescovo mons. Waclaw Depo con il quale abbiamo pregato davanti all’icona della Beata Vergine.
Questo è stato il percorso spirituale e culturale che ha guidato il viaggio all’insegna della fraternità e della condivisione, al termine dell’anno formativo di sintesi vocazionale e di immediata preparazione all’ordinazione diaconale.
Andrea Scanu e Lorenzo Vacca, semm.