Una tre giorni in Corsica, per vivere qualche momento di formazione e cultura, è quella che ha visto protagonisti, dal 12 al 15 febbraio, i seminaristi del Pontificio Seminario regionale sardo e l'equipe formativa.
La prima tappa in terra corsa è stata caratterizzata dalla visita della città di Propriano. Accolti dal parroco, che ha confidato poi di guidare ben quattordici parrocchie, dopo aver celebrato la Messa, la visita del piccolo comune è proseguita sul porticciolo turistico, deserto durante questo periodo dell’anno ma meta di tanti vacanzieri durante il periodo estivo. La sera stessa l’intera comitiva si è spostata nella città capitale della Corsica, Ajaccio, che, nel 1769, diede i natali all’imperatore francese Napoleone Bonaparte.
Nella cattedrale di Santa Maria Assunta, chiesa in stile barocco consacrata nel 1593 ed opera dell'architetto italiano Giacomo della Porta, che ha sostituito di fatto la vecchia cattedrale demolita nel 1553, è stato vissuto un momento molto bello con la recita dell’ora media e la Messa, nel giorno di Sant'Archelao, patrono dell’arcidiocesi di Oristano, assieme al vescovo di Ajaccio, padre Francois-Xavier Bustillo. In un breve incontro ma molto ricco di spunti e spiritualità, il vescovo ha esortato i seminaristi a vivere con coraggio i vari sconvolgimenti culturali del nostro periodo storico, che incidono in maniera importante sull’identità del sacerdote, ricordando che i seminaristi sono la speranza della Chiesa, specie se la propria esistenza si incentra sull’amare prima del fare e prima dell’agire (facendo riferimento al suo libro «Testimoni, non funzionari»).
Nel pomeriggio la visita al museo «Fesch», ha chiuso la tappa nella capitale, proiettando così il gruppo nella giornata successiva al piccolo centro di Sartène. La zona della città vecchia è un vero labirinto di stradine strettissime. Il borgo, visitabile in una trentina di minuti, è punteggiato di belle case di granito molto simili a quelle della città di Tempio Pausania. Il centro custodisce l’oratorio di una delle confraternite di Sartène, l’antico forno del pane e la rue des Voutes, uno degli angoli più caratteristici di Sartene, disseminata di passaggi coperti. In questa breve sosta, i circa quaranta ragazzi candidati al sacerdozio, hanno potuto visitare l’Eglise Sainte-Marie: entrando sulla sinistra si può ammirare la pesante catena e la croce utilizzata per la famosa processione del «Catenacciu», che simboleggia la salita di Cristo al Calvario. L’incatenato percorre la città seguendo un’ipotetica Via Crucis, portando sulle spalle una pesante croce di legno, seguito da altri figuranti che impersonano il clero e la nobiltà.
Al termine della visita il gruppo è rientrato in Sardegna per fermarsi poi a Sassari, presso le «Figlie della Carità», per i consueti esercizi spirituali, guidati quest’anno dall’Abate generale dell’Ordine cistercense Dom Mauro Giuseppe Lepori. Il tema degli esercizi è stato quello dell’attuale anno seminaristico, «Collaboratori della gioia», che Dom Lepori ha sviscerato sottolineando che la Gioia, quella vera, è essenziale per ogni vocazione, perché porta frutto per sé stesso e per gli altri.
Andrea Pelgreffi, sem
da "Il Portico"